Cos’è la verità e come si fa a riconoscerla? È necessario essere un sannyasin o un meditatore per trovarla? Osho risponde alla domanda di un suo discepolo…
“Puoi spiegare la differenza tra un sannyasin e uno che non lo è, ma vive coin un profondo impegno per la verità?
Sai cos’è la verità? Altrimenti, come può esserci un impegno? L’impegno è possibile solo se lo sai. Il sannyasin è colui che sa di non sapere, il sannyasin è colui il cui impegno non è per la verità ma per l’indagine sulla verità. E l’inchiesta è possibile solo con qualcuno che sa, che è arrivato. Il sannyasin è colui che si dedica alla persona, o al non-persona, intorno al quale sente l’atmosfera della verità, l’atmosfera dell’autenticità.
Lynne Stevens, il tuo impegno per la verità è solo un’idea. La tua verità è solo una parola, un viaggio mentale. Se vuoi farne un vero pellegrinaggio dovrai essere un discepolo – e essere un discepolo significa essere un sannyasin.
Essere un discepolo significa essere pronto a imparare, pronto ad andare nell’ignoto con qualcuno che ci è stato dentro. Da soli, molto raramente si è arrivati alla verità. Non che non sia successo – da solo, anche, è successo, ma molto raramente, solo un’eccezione; altrimenti bisogna imparare in comunione con un maestro.
Anche allora, non succede facilmente. È un viaggio arduo. Abbandonare l’attaccamento al conosciuto non è facile. Questo è il nostro intero investimento, questa è la nostra intera identità. Abbandonare l’attaccamento al conosciuto è far cadere l’ego, è commettere una sorta di suicidio spirituale; da solo, non sarai in grado di farlo. A meno che tu non veda qualcuno che ha commesso quel suicidio e lo è ancora – in effetti per la prima volta è … Dovrai guardare in quegli occhi che hanno visto la verità, e un barlume della verità sarà colto attraverso quegli occhi . Dovrai tenere per mano qualcuno che ha conosciuto, ricevere il calore e l’amore … e l’ignoto inizierà a fluire dentro di te.
Questo è ciò che significa essere con un maestro, essere un discepolo. Se sei veramente impegnato nella verità, sei destinato a diventare un sannyasin. Se il tuo impegno per la verità è un’indagine, allora dovrai imparare i modi di apprendere. E la prima cosa da imparare è arrendersi, fidarsi, amare.
Il sannyasin è colui che si è innamorato di una persona, o di un non-persona, dove prova una sensazione viscerale: “Sì, è successo qui”. Stare con qualcuno che ha conosciuto è contagioso e la verità non viene insegnata, viene colta.
La necessità di un Maestro
La tua verità non è nient’altro che un’idea, forse una ricerca filosofica, ma una ricerca filosofica non ti aiuterà. Deve diventare esistenziale, devi darti prove nella tua vita che sei realmente impegnato. Altrimenti puoi andare avanti facendo giochi di parole, bellissimi giochi di teorie, sistemi di pensiero, ce ne sono migliaia. Puoi anche crearti un tuo personale sistema di pensiero, e pensare che sia la verità.
La verità non è qualcosa che fai, la verità non ha niente ha che fare con la mente. La verità accade, e accade solo quando sei in uno stato di non-mente. Ma come puoi entrare in uno stato di non-mente? Per conto tuo rimarrai la mente. Puoi pensare alla non mente, puoi filosofeggiare riguardo alla non-mente, puoi leggere le scritture riguardo alla non-mente, ma rimarrai la mente. Per conto tuo, cercando e ricercando, il tuo ego si sentirà molto bene, ma quella è la barriera. E’ come cercare di tirartene fuori usando solo le tue forze.
Se trovi da qualche parte un’aiuto disponibile, non perdertelo, perché l’opportunità è rara, il buddha-field è raro. Solo una volta ogni tanto, da qualche parte, sorge un buddha, accade un bodhichitta. Quindi non perderti l’opportunità. Se il tuo impegno verso la verità è reale , non puoi evitare di diventare un sannyasin. E’ inevitabile, perché la non-mente può essere imparata solo sedendo di fianco ad una non-mente.
Se siedi al mio fianco, piano piano la tua mente comincerà a disperdersi come la nebbia mattutina. Piano piano un silenzio comincerà a penetrarti, non lo farai tu, ma arriverà per conto suo. Un’immobilità ti pervaderà.
Nel momento in cui sei tremendamente immobile, nemmeno un pensiero si muoverà dentro di te, quello è il momento dell’illuminazione. Per la prima volta avrai uno scorcio di verità, non un’idea della verità, ma la verità stessa.”
Osho