Radha, nel suo libro Tantra, un modo di vivere e di amare, ci racconta come, durante i suoi anni a Puna, nella Comune di Osho, attraverso un insolita pratica suggeritagli da Osho, riuscì per la prima volta ad aprirsi in maniera così totale alla sua energia sessuale, da poter espandere una sensazione orgasmica in tutto il suo corpo e non solo durante l’atto sessuale…
“Chinmaya mi scrisse per dirmi che era diventato “brahmacharya” e si era raso il capo. Non avevo molto idea di cosa significasse, ma immaginai vagamente che aveva optato per il celibato fatta eccezione per la relazione con me. Alcuni giorni dopo, comunque, decisi anch’io di radermi a zero e la conseguenza fu che tutti pensarono che mi fossi presa i pidocchi. Tornata a Poona, la notizia bomba: Chinmaya mi spiegò che diventare “brahmacharya” significava rinunciare al sesso, compreso quello con me. Un paio di giorni più tardi incontrai Osho e gli dissi: “Bene, ora Chinmaya è brahmacharya. E io? Mi dovrei cercare un altro fidanzato?” Sorrise e disse: “E perché?
Hai conosciuto il rilassamento del sesso e ora dovresti conoscere il potere del celibato.”
E tutti dovrebbero conoscerli entrambi. Se non li si conosce entrambi, non si conosce tutta la gamma di possibilità. E così decisi anch’io di rinunciare al sesso. Chinmaya e io continuammo a incontrarci ogni giorno e all’inizio era un po’ strano dormire insieme sapendo che non avremmo fatto l’amore. Ma poi, con sorpresa e piacere, questa divenne un’esperienza bellissima. Sapendo che non era necessario fare niente o arrivare ad alcuna conclusione, si creò un tale rilassamento e una tale apertura tra Chinmaya e me, questo grazie anche alle tante meditazioni che praticavamo insieme, che le porte della mia sessualità si dischiusero in modo completamente nuovo. Da un punto di vista biologico, il fatto che avessi solo ventun anni, l’età in cui il livello degli ormoni sessuali nei giovani è molto elevato, rafforzò l’esperienza. L’energia andava montando con sempre maggior vigore nel sistema. Poiché l’energia che si creava fra noi non veniva rilasciata, il solo guardarsi negli occhi divenne un’esperienza sessuale che inviava onde elettriche nel corpo, così come il solo sfiorarsi delle dita procurava una sensazione erotica, quasi orgasmica. Il sentire si espanse al di là della relazione personale. Dormivamo insieme, ci toccavamo, ci guardavamo negli occhi e tuttavia era come se tutto facesse l’amore con me, per me. La sensazione divenne così intensa che iniziai a vivere la stessa esperienza con la natura.
Qualsiasi cosa guardassi, le foglie di un albero, i fiori, o ascoltassi, il canto degli uccelli, mi procurava, almeno per alcune ore al giorno, una sensazione orgasmica nel corpo.
Paradossalmente, rinunciare al sesso mi aveva permesso di entrare in contatto con la mia energia sessuale per la prima volta in vita mia. Realizzai che, fino alla mia relazione con Chinmaya, avevo sofferto di una sorta di frigidità. Avevo avuto esperienze sessuali, e quindi non intendo frigida nel senso di non essere in grado di fare l’amore. Ma sentivo una certa sconnessione nell’energia, come se a dirigere le cose fosse la mente e non il corpo fisico. Forse anche a voi sarà capitato qualcosa di simile, di sentirvi veramente eccitati, di credere di desiderare davvero una persona – “Però, quel tipo è proprio bello!” – e pensate che stia per succedere qualcosa. Nei fatti, invece, la cosa si rivela solo un’idea perché è la mente che la vuole e se ascoltiamo il corpo attentamente, scopriamo che esso non risponde allo stesso modo. Credo che questo tipo di frigidità sia molto frequente tanto tra le donne quanto tra gli uomini. Abbiamo la testa così piena di idee sulle avventure romantiche, sull’incontro con l’altro, sul fare l’amore, su chi ci può piacere, su quello che dovremmo fare a letto, che non prestiamo alcun ascolto alla nostra energia e in questo modo ci neghiamo il nostro potenziale orgasmico, sessuale e sensuale. L’astinenza con Chinmaya mi offrì questo dono prezioso, insegnarmi a essere più in contatto con il corpo, con l’energia sessuale. Passammo insieme in questo modo un anno, che potrei definire l’anno più asessuato eppure il più sessuale della mia vita.”